Amazon Dash: l’eccellenza dell’inutilità

Amazon Dash: a cosa serve?

 

di Paolo Fiorino

Amazon, il dominatore (quasi) incontrastato dell’e-commerce mondiale, presenta anche il Italia il suo nuovo dispositivo Amazon Dash, un nuovo deciso passo verso l’internet of things.

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Si tratta, in buona sostanza, di un piccolo dispositivo dotato di Wi-Fi, pensato per essere attaccato, tramite un biadesivo o un gancio, nel posto in cui si tiene un prodotto particolare e che, dopo averlo opportunamente configurato, permette, tramite la semplice pressione di un pulsante, di ordinare il prodotto stesso, che ci sarà comodamente recapitato a domicilio.

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Interessante? Sì.

Utile? Qui sorgono le prime perplessità.

Prima che l’ordine sia effettivo, per scongiurare errori, bisognerà confermarlo tramite uno smartphone con l’app di Amazon o tramite un pc facendo l’operazione sul sito web.

Quindi il processo di acquisto sarà: premere il pulsante, attendere la notifica sullo smartphone o sul pc, accedere all’app di Amazon, confermare l’ordine, attendere con pazienza il corriere (o il drone per i residenti negli USA) che nel giro di qualche giorno ci recapiterà l’ordine a domicilio (sempre che ci trovi in casa, naturalmente).

Ma se si deve comunque usare il pc o lo smartphone, perché non piazzare l’ordine direttamente da uno di questi dispositivi? Quale sarebbe il valore aggiunto del Dash? Magari sarà un metodo un po’ antiquato, ma sembrerebbe più efficiente scendere nel negozio sotto casa e acquistare comodamente tutto quello che ci serve, anche perché per ogni prodotto serve un diverso Dash e non possiamo di certo pensare di tappezzare la casa dei simpatici, colorati e apparentemente inutili gadget di Jeff Bezos…

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La tecnologia è utile quando semplifica la vita e questo non sembra proprio lo scopo del Dash. Ma allora, visto che Amazon non è certo l’ultima arrivata e Jeff Bezos, a giudicare dal suo patrimonio che sfiora i 70 miliardi di dollari, tutto è tranne che uno stupido, quale sarà il vero motivo che ha spinto al lancio di questo nuovo dispositivo?

Il succo del discorso è che il pulsantone è solo uno dei possibili modi di accedere a una funzione di un software (le API Dash Replenishment) che Amazon rilascia gratuitamente a tutti i produttori che vogliano utilizzarlo.

Cosa significa? Che ogni produttore sarà libero di attaccare al suo prodotto, sia esso un fustino di detersivo o un salmone surgelato, un dispositivo personalizzato, magari sotto forma di gadget, che permetterà il riordino del prodotto stesso.

Una bella trovata pubblicitaria che dovrebbe incrementare le vendite dei singoli prodotti, stimolando l’acquisto di impulso, ma anche, e soprattutto, aumentare la propensione del pubblico a servirsi di Amazon, invece che della gdo, per riempire la dispensa.

E non dimentichiamo che ogni volta che qualcuno usa Amazon il database del gigante americano si popola di nuove informazioni sulle abitudini del consumatore e questo, al giorno d’oggi, è un vero e proprio tesoro dal valore inestimabile.

Una ricerca di mercato val bene un pulsantone quindi, se non siete gelosi della vostra privacy… preparatevi a cliccare nei punti più disparati della vostra casa!

 

 

 

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