Appunti per vita da neo single – Cap. 2 – Lo stendibiancheria

Dopo aver appreso le funzioni di minima sulla lavatrice, passiamo a comprendere qualcosa in più riguardo l’appendere la biancheria lavata. Vi chiederete cosa ci sia di così complicato, ebbene, non fatevi fuorviare da ciò che pensate sia un giochino da ragazzi. Stendere la biancheria è quasi un’arte, ma soprattutto è un modo utile e intelligente per evitare di passare il vostro tempo a fare qualcosa di estremamente noioso, a discapito di intrattenimenti decisamente più piacevoli.

Prima di iniziare la lettura una nota importante:  
asciugare correttamente fa risparmiare un sacco di tempo sia nella stiratura che nella piegatura. Un ferro da stiro consuma un discreto quantitativo di corrente elettrica e, se lo teniamo acceso a lungo perché i capi sono difficili da stirare, in quanto fatti asciugare dopo averli lanciati a casaccio sullo stendibiancheria, perderete tempo prezioso, che magari avreste potuto trascorrere in compagnie più piacevoli e pagherete bollette decisamente più salate.
Dunque passiamo al nostro compitino di oggi e prima di stendere:
  • Consiglio 1: prima di far partire la latrice per il nuovo carico assicurarsi, e ribadisco prima, di avere spazio a sufficienza per stendere quanto verrà lavato. Tenere i panni bagnati nella lavatrice, o anche nel cesto, per un giorno può essere “tollerabile”. Oltre il giorno e mezzo dovrete lavare nuovamente tutto. Questo perché, con tutta probabilità, le vostre magliette, le camicie, i pantaloni e tutto il resto del bucato, avrà assunto quel profumo di muffa che poi vi portereste addosso nonostante l’asciugatura. Assolutamente sconsigliabile, soprattutto in caso di “appuntamenti galanti”, presentarsi aromatizzati con una profumazione che ricorderebbe sicuramente il sottobosco pluviale con carcassa in decomposizione: vi andrà certamente buca. Ottimo metodo invece per chiudere una relazione con persona sgradita.
  • Consiglio 2: se è molto che non usate lo stendibiancheria, pulitelo prima di metterci sopra i vostri indumenti, eviterete di accorgervi dopo che la maglietta, che dovevate mettere proprio quella sera, presenta una bella riga trasversale di colorazione decisamente antiestetica. Riga che non riuscirete mai a spacciare come facente parte del disegno stesso della maglietta. Quindi una dimenticanza simile vi costringerà a rilavare tutto il carico, con conseguente dispendio in termini di tempo e denaro.
  • Consiglio 3: accoppiate i calzini. Le lavatrici hanno la strana tendenza (fenomeno studiato approfonditamente da eminenti scienziati appartenenti a CSI Las Vegas, New York e soprattutto seguito molto da vicino da Horatio Caine) di aprire tunnel dimensionali in cui solo uno, di una qualsiasi coppia di calzini, verrà inghiottito, sparendo nel nulla. Vi resterà un solo calzino triste, sconsolato e scompagnato, del quale non saprete assolutamente cosa farvene e, a meno che non vogliate uscire con le infradito, le scarpe indossate senza le calze creano ingenti danni ai vostri piedi.
  • Consiglio 4: se i capi lo permettono, centrifugate. Toglierete un eccesso d’acqua dai capi che ne rallenterebbe l’asciugatura. Inoltre, se stendete in casa, le pozze d’acqua che andrebbero a formarsi potrebbero anche farvi scivolare sul pavimento, creando reazioni a catena degne del miglior film di Chaplin.
Adesso però siamo davanti allo stendino posizionato in una stanza dell’appartamento, dato che immaginiamo di essere residenti in un condominio non attrezzato con spazi esterni, come nel caso più comune quando si parla di neo single.
Prima di partire con l’opera di stenditura cercate di capire come disporre la biancheria, fate uno sforzo immaginativo e cercate di visualizzare il risultato, ricordando che i capi appesi in maniera molto ravvicinata impiegheranno più tempo ad asciugarsi, di quanto non farebbero potendoli disporre in modo da lasciare spazio fra essi. Una tecnica utilizzabile può essere quella di alternare file di capi corti, come mutande e calzini, a capi più lunghi, come magliette e pantaloni. Sperando che non abbiate lavato più capi di quanti ne possiate stendere, partiamo dai calzini, a coppie e dalla biancheria intima, mettendoli ad asciugare nei “fili centrali” del corpo principale dello stenditoio. Questo perché, essendo di dimensioni ridotte, asciugano più rapidamente anche con meno “circolazione d’aria”. Le sezioni apribili ed estensibili, che chiameremo le “ali”, le riserveremo per quei capi che abbiano una misura tale da permettere che siano appesi senza accartocciarsi e fare pieghe. Un capo che si asciughi con delle pieghe diventerà una sfida mortale quando si andrà a stirarlo.
Sui fili più esterni della parte centrale dello stendibiancheria o in alternativa sulle “ali”, posizioneremo magliette, camicie e pantaloni. Questi capi si gioveranno, durante l’asciugatura, di eventuali brezze e correnti d’aria.
I calzini sono da appendere in coppia, pinzati per la punta, onde evitare che l’elastico si deformi e si allenti e di dover giocare ad “accoppia il calzino” dopo averli rimossi dal filo.
Le mutande è consigliabile appenderle per l’etichetta, se presente, o per la parte inferiore, sempre per evitare allentamenti dell’elastico e segni antiestetici in punti davvero ridicoli.
Capi di intimo femminile, composti da materiali delicatissimi (seta, raso, pizzo) NON vanno pinzati, se non solo ed esclusivamente per l’etichetta. Se la stessa non è presente non pinzateli, perché rischiereste di strappare il tessuto. In questo modo avrete la gratitudine della proprietaria di suddetti capi che, apprezzando con quanta cura li sapete trattare, probabilmente non si farà grossi problemi a “dimenticarseli” in giro per casa vostra.
Le magliette si asciugano correttamente se stese all’altezza dell’ascella, assolutamente non pinzate e lisciate per essere mantenute ben “tese”. Vanno tolte appena asciutte, onde evitare la riga che si crea dove la maglietta appoggia sul filo. Nel caso fossimo stati bravi a stendere, quella riga, non troppo evidente, sarà in pratica l’unico punto da stirare con maggiore cura.
Le camicie (e gli abiti di eventuali coinquiline) asciugheranno meglio, in modo che ne sia più facile la stiratura, se appese sugli appositi appendiabiti.
I capi in lana, come i maglioni, NON sono assolutamente da stendere di traverso sui fili e NON vanno appesi, altrimenti corrono il rischio di sformarsi per il peso dell’acqua assorbito dalle fibre. Vanno fatti asciugare appoggiati su una superficie piana. Quindi fate un carico di soli maglioni e distendeteli con cura sopra i fili dello stendino.
Le lenzuolapossono diventare un problema di occupazione dello spazio, specialmente se avete un letto a una piazza e mezzo o matrimoniale. Stendere contemporaneamente coprimaterasso, copricuscini, lenzuolo di sotto (magari con gli elastici agli angoli) e lenzuolo di sopra, o addirittura copriletti e/o copri piumini, può diventare un problema degno di un corso avanzato di ingegneria degli spazi. Sarebbe meglio se fosse fattibile lavarli in due gruppi separati, in modo da avere spazio sufficiente per stenderli correttamente, in modo più “aperto” possibile. Ovviamente se avete una lavatrice che contiene anche 8 kg di carico, lavate tutto insieme.
Nota a parte relativa al non lasciare troppo a lungo i capi sul filo, soprattutto se stesi al sole: la posizione e la lunga esposizione fanno scolorire il tessuto che nel punto di appoggio sul filo si trova in massima tensione. L’azione dei raggi solari lo potrebbe far schiarire irrimediabilmente proprio in quel punto. Questo vale per tutti i capi comprese tovaglie, lenzuola e altri colorati.
Per piegare bene le lenzuola, senza doverle poi stirare, è necessario che siano asciugate in modo adeguato, per cui è importante come le stenderemo. Stirare le lenzuola è faticoso e lungo, per quanto non così difficile come stirare bene una camicia. Quindi se stenderete bene, piegare sarà più facile e veloce, lasciandovi così tempo a disposizione da dedicare ad altre attività più ludiche…
Piegare un lenzuolo con gli elastici non è difficile se si adotta la giusta tecnica. Si può utilizzare l’espediente che segue: inserire ognuna delle mani in uno degli angoli del lato corto del lenzuolo appoggiato su una superficie piana, tipo un tavolo o il letto, poi avvicinandole sovrapponete uno dei due angoli all’altro, formando una specie di cappuccio con i due angoli.
Ripetiamo l’operazione con gli altri due angoli e tiriamo bene i lati in modo da avere una forma il più possibile rettangolare e con lati dritti. In questo modo abbiamo già piegato il lenzuolo a metà. Mettendo le mani nei cappucci così ottenuti ripetiamo l’operazione di sovrapposizione un’altra volta, ottenendo il risultato di avere piegato ulteriormente il lenzuolo.
Dopo avere ben steso i lati, cerchiamo di ottenere una forma che sia il più squadrata possibile.
Se avete letto tutta questa procedura e non ci avete capito niente, vi confesserò che nemmeno io ho capito molto quando ho letto la prima volta tutta la pappardella, quindi vi verrò incontro posizionando QUAil link che porta a un filmato chiarificatore. E’ in lingua inglese, ma niente paura, basterà seguire le operazioni illustrate per capire tutto il meccanismo.
Ultima nota prima di chiudere il capitolo: di importanza strategica può essere anche il posizionamento dello stenditoio che, se messo in un punto in cui c’è corrente, permetterà ai capi un’asciugatura più veloce, soprattutto nella stagione estiva. Durante l’inverno la biancheria si asciugherà meglio più rapidamente se posta presso fonti di calore.

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