In Italia servono 47mila infermieri
È la cifra stimata dall’Ipasvi, la Federazione nazionale dei collegi infermieri, per soddisfare la norma Ue sui riposi e i turni di lavoro.
Il nostro paese ha bisogno di 17mila infermieri per soddisfare la norma Ue sui riposi e i turni di lavoro. Altri 30mila sono necessari per affrontare le richieste che aumentano di pari passo con la crescita dell’età della popolazione. Sono i dati diffusi dalla Federazione nazionale dei collegi infermieri in occasione del convegno ‘Il fabbisogno dei professionisti sanitari nei prossimi 20 anni: l’esperienza italiana nell’ambito del progetto europeo’.
Secondo Maria Adele Schirru, vicepresidente della Federazione Ipasvi, bisogna aumentare il numero di infermieri attivi da 6,1 per mille abitanti a 6,5 (a fronte di una media Ocse superiore al 9,1 per mille). Un obiettivo da raggiungere entro cinque anni. Entro il 2026 si punta al 7 per mille.
L’Ipasvi propone degli incentivi per favorire il ricambio generazionale. Dal pensionamento volontario alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, viene mantenuta l’integrazione contributiva derivante da un contratto di lavoro a tempo pieno sino alla maturazione dei requisiti pensionistici.
L’esperienza degli “anziani” verrebbe messa a disposizione dei ragazzi al fine di tenere alto il livello di qualità dei servizi. Il secondo intervento proposto dall’ente riguarda l’assistenza territoriale, settore in cui figura dell’infermiere è centrale per garantire continuità delle cure.