Mister Volare!

 

 

 Vent’anni fa moriva Modugno, mi piace ricordarlo con questo aneddoto.
 Franco Migliacci e Domenico Modugno si erano conosciuti al Centro Sperimentale di Cinematografia, volevano fare entrambi gli attori, invece Modugno un giorno chiede all’amico:
– Prova a scrivere un testo…
– No, non mi va, non lo so fare…
– Ma fai come ti pare, che ti devo di’? Che fai domani? Vogliamo andare al mare? Eh? Andiamo a Ostia alla Vecchia Pineta? Ci facciamo uno spaghetto?

– Ma come ci andiamo, col trenino?
– No, ti vengo a prendere io, ci vediamo a Piazza del Popolo da Rosati alle 10, ok?
– E daje…
Ma Modugno un po’ sòla lo era, ciàvevadulire, la maghina, al mare c’era andato con una ragazza, giustamente, che poi pensate è diventata sua moglie, non avvisa Migliacci e quindi gli da buca e siccome non c’erano i telefonini, (un altro po’ non c’erano nemmeno i telefoni, i numeri di Roma erano a 5 cifre, ora sono di 9), Migliacci lo aveva aspettato per ore, alla fine si rende conto pure lui che Modugno non sarebbe più passato, tu pensa i baristi che lo prendevano in giro:
– A Fra’, Modugno non viene, quello al mare ci è andato co’ Franca, dacce retta, vattene!
– Dite?
In tasca aveva 300 lire, se ne va da Buccone a Via di Ripetta, si compra un tavernello di Chianti a 300 lire e se ne va a casa sua, in Via Vittoria: “così mi sbronzo e non ci penso a quel cafone!”.
Voi capite che con un chianti a 300 lire senza mangiare niente, ti ubriachi e svieni in branda. Solo che Migliacci davanti al letto, già schicchissimo, aveva due riproduzioni di Chagall attaccate al muro: “La femme au coq rouge”, con il gallo rosso che vola nel cielo blu, e “Le peintre et son modelle”, col pittore che ha la faccia dipinta di blu. Quando si sveglia schiumante di tavernello, vede queste due stampe, e lì vennero fuori le prime parole “Di blu m’ ero dipinto per intonarmi al cielo, lassù nel firmamento, volavo verso il sole, e volavo felice più in alto del sole, e ancora più su, mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù, volavo nel blu, dipinto di blu”. Insomma le parole di un uomo ubriaco con una boccia di Chianti.
La sera torna Modugno e gli chiede:
– ‘a sòla, ma dove t’eri cacciato?
– Ah io? Io? Tu piuttosto, te pozzino! Comunque guarda che ho fatto, tiè!
E gli da il testo di “Nel blu dipinto ti blu”! Modugno dice “sarà un successo enorme” e se avete notato il testo era all’imperfetto, volavo! Per mesi litigarono su tutto, le parole, per esempio “trapunto”, che Migliacci voleva cambiare perché la sentiva vecchia e Modugno gli spiegò che “Tu devi essere al servizio di un cantante e io ti dico che quella parola io la canto benissimo”. Mancava ancora il refrain, ma ecco il vento, sarebbe proprio il caso di dire, dell’arte. Un giorno mentre Modugno scriveva la musica, un fortunale spalancò le finestre di casa sua, gli infissi non erano certo quelli di oggi, lui si affacciò e urlò felice “VOLARE OH OH”, coniugato all’infinito, ma vi rendete conto?
Questa la storia di una delle più belle e immortali canzoni di tutti i tempi.

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