Ramsey e le morti famose, una ‘maledizione’ senza senso
Della serie: questa non potevamo farcela proprio scappare…
Scomparsi Bowie e Rickman, il web rilancia uno sgradevole tormentone. Smentito pure dai numeri.
Ad Aaron Ramsey non basta la palma di secondo miglior calciatore gallese alle spalle del marziano Gareth Bale. E nemmeno l’essere cardine del centrocampo dell’Arsenal capolista in Premier League e pronto a sfidare il Barcellona agli ottavi di Champions.
Di lui si finisce quasi sempre col parlare in virtù della ridicola ‘maledizione’ di cui sarebbe protagonista.
MA QUALE MALEDIZIONE. Una diceria, forse, un divertissement nato sui social network, non certo un tam tam piacevole per Ramsey, non foss’altro che il gallese di reti ne segna assai di più di quante ne vengano associate alle sue presunte ‘vittime’.
PRIMO GOL ALLO UNITED. Tutto ha avuto inizio col gol al Manchester United del primo maggio 2011, cui seguì, nemmeno 24 ore dopo, l’uccisione di bin Laden. Poi, il 2 ottobre dello stesso anno, Ramsey segnò al Tottenham, tre giorni che venisse annunciata la scomparsa di Steve Jobs. Il 19 ottobre il centrocampista dei Gunners mandò ko il Marsiglia in Champions League e a stretto giro il colonnello Muʿammar Gheddafi fu catturato, torturato e brutalmente ucciso.