Ramsey e le morti famose

Ramsey e le morti famose, una ‘maledizione’ senza senso

Della serie: questa non potevamo farcela proprio scappare…

Di seguito un’altra “incredibile” notizia apparsa sul web

Scomparsi Bowie e Rickman, il web rilancia uno sgradevole tormentone. Smentito pure dai numeri.

Ad Aaron Ramsey non basta la palma di secondo miglior calciatore gallese alle spalle del marziano Gareth Bale. E nemmeno l’essere cardine del centrocampo dell’Arsenal capolista in Premier League e pronto a sfidare il Barcellona agli ottavi di Champions.
Di lui si finisce quasi sempre col parlare in virtù della ridicola ‘maledizione’ di cui sarebbe protagonista.

ELENCO DI ‘VITTIME’. Già, perché anche in occasione delle morti di David Bowie e Alan Rickman non si contano le fonti d’informazione che si sono affannate a ricordare come una rete del centrocampista sia ancora una volta coincisa con la morte di una celebrità.
Tesi alquanto bislacca e nemmeno così innocua, visto che sono diverse le testate che si sono dilettate nello stilare l’elenco delle presunte vittime di Ramsey.
Che parte da Osama bin Laden e finisce a Robin Williams, passando per Whitney Houston e, buon ultimo, proprio il Duca Bianco.

MA QUALE MALEDIZIONE. Una diceria, forse, un divertissement nato sui social network, non certo un tam tam piacevole per Ramsey, non foss’altro che il gallese di reti ne segna assai di più di quante ne vengano associate alle sue presunte ‘vittime’.
PRIMO GOL ALLO UNITED. Tutto ha avuto inizio col gol al Manchester United del primo maggio 2011, cui seguì, nemmeno 24 ore dopo, l’uccisione di bin Laden. Poi, il 2 ottobre dello stesso anno, Ramsey segnò al Tottenham, tre giorni che venisse annunciata la scomparsa di Steve Jobs. Il 19 ottobre il centrocampista dei Gunners mandò ko il Marsiglia in Champions League e a stretto giro il colonnello Muʿammar Gheddafi fu catturato, torturato e brutalmente ucciso.

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