Quando essere sul podio non è sempre un onore

Quando essere sul podio non è sempre un onore: gli italiani e il turismo sessuale

Quando essere sul podio non è sempre un onore
Immagine dal web

Li incontriamo la mattina sul pianerottolo, al bar sotto casa, parlano del tempo col cane al guinzaglio, vanno a prendere i figli a scuola e poi li portano al campetto a dare due calci al pallone: comuni, banali uomini come milioni di altri. Milioni di altri che hanno fatto guadagnare all’Italia il podio per i maggiori fruitori di turismo sessuale.

Secondo rapporti recenti di  Ecpat Italia (organizzazione che si batte contro lo sfruttamento sessuale dei bambini) risulta chiaramente che gli italiani (per lo più uomini) sono al primo posto come clienti di bambini fatti prostituire in paesi del Terzo Mondo. Tra questa moltitudine di uomini perversi solo il 5% rientra tra le casistiche dei pedofili abituali, tutti gli altri sono alla ricerca di un’esperienza trasgressiva, da brivido, un brivido che in patria costerebbe la galera, mentre in alcune parti del mondo vengono addirittura organizzati  e agevolati da tour operator specializzati nel settore. Il turismo sessuale è il terzo traffico illegale per ordine d’importanza, dopo droga e armi, a tal punto da essere un fenomeno di rilevanza mondiale (Terre des Hommes e ECPAT, End Child Prostitution Pornography and Trafficking). Da quanto gli inquirenti hanno appurato finora, l’ intero soggiorno di 15 giorni a Fortaleza ed extra di 15-20 euro per ogni incontro sessuale si aggira sui duemila euro. La quota comprende il volo aereo, il soggiorno in albergo anche di quattro stelle e prima colazione. L’ incontro con le giovani prostitute, tra i 16 e i 18 anni, è un extra che costa tra i 15 e e 20 euro. Spesso la scelta ricade su ragazzi e ragazze molto più giovani, si stima che nel mondo ogni anno ci sono un milione di turisti sessuali che rivolgono le loro attenzioni a minori tra i 12 e 14 anni, e a volte anche più piccoli. I turisti che si rivolgono alla prostituzione esclusivamente minorile sono un terzo del totale. Tra i Paesi più a rischio troviamo Il Kenya: da 10.000 a 15.000 bambine che vivono nelle aree costiere di Malindi, Mombasa, Kalifi e Diani sono coinvolte nella prostituzione occasionale – oltre al 30% di tutte le bambine fra i 12 e i 18 anni che vivono in quelle zone. Fra 2.000 o 3.000 bambine e bambini sono inoltre coinvolti nel mercato del sesso a tempo pieno. Il prototipo del turista sessuale è piuttosto variegato, malgrado si sia abbassata la soglia di età che ora riguarda soggetti tra i 20 e i 40 anni: possono essere sposati o single, avere figli non costituisce alcuna remora; possono essere abbienti o di ceto sociale medio/basso, quello che li distingue sono solo le categorie: l’occasionale, l’abitudinario che non esita a comprare anche un appartamento in loco e i pedofili.

Diversi anche i motivi che portano questi uomini a  questo tipo di scelte: la difficoltà ad instaurare relazioni paritarie con donne adulte, l’anonimato,  l’impunità, la ricerca frenetica di cose nuove ed eccitazioni sempre maggiori e il falso mito che fare sesso con minorenni scongiuri il rischio AIDS. Di fatto tre milioni di persone partono ogni anno a caccia di prede sessuali nel mondo e gli italiani hanno vinto la medaglia d’oro.

Fonti:

http://27esimaora.corriere.it

http://www.corrierecaraibi.com/

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