Una settimana di…

Una settimana di…

di Paolo Fiorino

Computer da 9 dollari

Si tratta di Chip, una mini scheda del costo di appena 9 dollari e dotata del minimo indispensabile per l’esecuzione di svariate applicazioni.
Il progetto è stato lanciato su Kickstarter e ha già raccolto molto di più della cifra richiesta a un mese dalla fine della campagna di finanziamento.

Chip utilizza una cpu single core Allwinner A1X da 1 ghz e gpu Mali400, 512 MB di ram e 4 GB di memoria interna.
È dotata di WI-FI e Bluetooth, mentre il segnale video è distribuito a monitor o tv attraverso un’uscita composita, il che permette di mantenere il prezzo davvero basso.
Il sistema operativo, basato su Linux, consente di eseguire pacchetti come LibreOffice e di editing audio e grafico, e poi media player, browser web e posta. Con 19 dollari si può acquistare una batteria separata per portare il computer in giro, mentre con 49 ci si porta a casa un touchscreen e una tastiera qwerty da agganciare a Chip e alla batteria aggiuntiva.
L’arrivo sul mercato è previsto tra un anno esatto.
Avremo a disposizione dei computer a un prezzo veramente stracciato e a quel punto il mercato troverà il modo di obbedire alla legge di Mazur: “per quanto tu possa aver pagato poco il tuo computer ne troverai un altro più potente a un prezzo minore entro una settimana.”

Droni cacciatori di amianto

Aerodron, una piccola startup di Parma ha realizzato con metodi innovativi la verifica della presenza di amianto nei tetti dei fabbricati di Fidenza.
La verifica è partita dall’analisi di migliaia di foto aeree di repertorio attraverso algoritmi che hanno rivelato le aree più critiche con una buona accuratezza.
Il secondo passo è stato affidato ai droni che, volando a bassa quota, hanno potuto controllare ogni singola area con una precisione e affidabilità molto superiore.
L’intera operazione ha avuto un costo nettamente più basso rispetto a una eseguita con metodi di ispezione classici (il costo dell’ispezione tradizionale per una decina di edifici è bastato a coprire la spesa per l’utilizzo dei droni su tutto il territorio di Fidenza).
È una buona notizia e fa piacere che l’utilizzo intelligente delle tecnologie abbia permesso di portare a termine un compito così importante in breve tempo e abbattendo i costi, viene però da chiedersi perché, tecnologia o no, si sia dovuto aspettare fino a oggi per iniziare la verifica, dal momento che la pericolosità dell’amianto è ben nota da almeno 20 anni.
La risposta purtroppo è la solita: perché solo oggi il costo dell’operazione è diventato minore del costo sociale dei gravissimi problemi di salute causati dall’amianto.

Conoscenza online

Un recente studio condotto da alcuni ricercatori di Yale su un migliaio di studenti ha dimostrato che i motori di ricerca fanno credere alle persone di essere più intelligenti di quello che in realtà sono.
Negli esperimenti gli studenti sono stati divisi in due gruppi a ciascuno dei quali è stata fornita la stessa informazione attraverso modalità di consultazione differenti.
Al primo gruppo è stato fornita una serie di link da consultare online mentre al secondo sono state consegnate una serie di stampe che contenevano le stesse nozioni.
Al termine dell’osservazione, gli studenti del primo gruppo si sono dimostrati più sicuri di padroneggiare l’argomento rispetto a quelli del secondo gruppo anche se, in realtà, l’aver consultato online le informazioni non li aveva affatto avvantaggiati  rispetto a coloro che avevano letto su carta o aveva discusso degli stessi argomenti con un tutor.
La rete ci rende più intelligenti? Probabilmente no, ma di sicuro ci fa sentire migliori e questo qualsiasi frequentatore medio di forum lo aveva già capito da tempo.

Motore EM

Qualche giorno fa un piccolo aggregatore di contenuti sui voli spaziali, NasaSpaceFlight.com, ha pubblicato un articolo su un argomento per la verità non nuovissimo ma di cui non si sentiva parlare da un po’: la propulsione EM (ElettroMagnetica).
Sostanzialmente si tratta di un motore che dovrebbe produrre spinta utilizzando onde elettromagnetiche che rimbalzano in un serbatoio a campana, al posto del normale getto di propellente incandescente tipico della propulsione a razzo.
Il beneficio di questa propulsione sarebbe enorme: non necessiterebbe di carburante ma solo di elettricità quindi permetterebbe incredibili vantaggi in termini di peso da trasportare e di autonomia, dal momento che l’elettricità potrebbe essere generata da un reattore nucleare oppure da pannelli solari.
Purtroppo però la propulsione EM ha un problema di base che non sarà facilissimo risolvere: viola la legge di conservazione della quantità di moto, una delle leggi fondamentali della fisica newtoniana in base alla quale, per generare una spinta in una data direzione, un propulsore deve espellere propellente nella direzione opposta.
Nonostante questo un primo esperimento ha dato come esito una spinta di circa mezzo chilogrammo prodotta da 10 kilowatt di energia, ma è stato contestato per le modalità di esecuzione non soddisfacenti che molto probabilmente ne hanno falsato i risultati.
L’esperimento dovrà essere replicato nel vuoto e superare rigorosi controlli prima di risultare scientificamente credibile.
Per il momento possiamo solo ricordare il monito di Homer Simpson alla figlia Lisa, intenta a violare le leggi della fisica in preda a una crisi di astinenza da studio: “In questa casa ubbidiamo alle leggi della termodinamica!”

Supertela

Una squadra di ricercatori dell’università di Trento ha creato una nuova supertela combinando le proprietà del grafene (un materiale composto da un singolo strato di atomi di carbonio) con quelle della seta dei ragni (uno dei materiali biologici più interessanti per la sua robustezza paragonabile a quella dell’acciaio).
Per la ricerca gli scienziati hanno impiegato due gruppi di ragni. Sul primo gruppo è stata spruzzata una miscela di acqua e particelle di grafene della grandezza di 200-300 nanometri. Il secondo gruppo invece è stato spruzzato con una miscela di acqua e nanotubi di carbonio.
In seguito al trattamento molti dei ragni hanno prodotto una tela molto più resistente del normale.
Non è chiaro come il grafene abbia rinforzato la tela ma i ricercatori ipotizzano che i ragni siano stati in grado di assorbire il carbonio e incorporarlo nella seta.
Al momento non è possibile comprendere le ricadute di questa scoperta ma alcuni ipotizzano che con un materiale così resistente sia possibile costruire una rete in grado addirittura di fermare un aereo.
Visti i primi risultati lo studio sarà presto ampliato per verificare la possibilità di produrre materiali simili sfruttando altri vettori animali come ad esempio il baco da seta.
Nel frattempo alcune aziende hanno intravisto una nuova opportunità commerciale  e stanno tentando di costruire un nuovo tipo di superpiumino che sia in grado di togliere le ragnatele lasciate in giro dai ragni al grafene.

Dragonball Super

La notizia è apparsa sul sito ufficiale della Toei Animation ed ha avuto immediata eco tra gli appassionati dello storico anime: a luglio in Giappone sarà trasmessa una nuova serie delle avventure di son Goku.
La nuova serie dal titolo “Dragonball Chou” che da noi diventerà “Dragonball Super”, arriverà per la gioia degli appassionati, dopo 18 anni dall’ultima uscita.
Al momento non sono noti i dettagli della nuova serie, ma quello che è certo è che la storia ripartirà dalla sconfitta di Majin Bu che concludeva la serie Z, la più fracassona e spettacolare,  e si “dimenticherà” della serie GT, mai amata dai fan.
A firmare Dragonball Chou sarà Akira Toriyama, il creatore della saga.
Assisteremo a una nuova trasformazione di Goku? Probabilmente sì, ma magari per dar un po’ di originalità si potrebbe tentare un cross-over con altre saghe e organizzare una gara di abbuffate tra Goku, Naruto e Rubber, con Poldo, l’amico di Braccio di Ferro, a completare la rosa.

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