WhatsApp: guida per genitori analfabeti digitali
scritto da Luca Tremolada
WhatsApp (uozzap) è un software di messaggeria istantanea. Vuol dire che se mandi un messaggio o invii un video o posti una foto viene istantaneamente pubblicato sullo smartphone del destinatario o sugli smartphone o sugli smartphone dei destinatari visto che si possono formare gruppi. Non vuol dire che il figlio o la figlia lo leggerà immediatamente e neppure che risponderà istantaneamente. Quindi va vissuto con serenità, senza ansie e senza stressare eccessivamente la prole. Anche perché a differenza degli Sms se non c’è connessione (non c’è internet) non funziona. Il che non è una scusa a prova di bomba per l’adolescente. Nel mondo occidentale è raro non avere “campo”. Tuttavia, siamo in Italia, il digital divide esiste e quindi è una eventualità che non si può escludere soprattutto fuori dalle grande città.
2) Non esagerare con gli emoticons. Limitarsi a sorriso, approvazione o dissenso. Quando il genitore prova a comunicare con casette, fulmini e faccine infelici nell’adolescente possono scattare sentimenti contrastanti. Nessuno ama gli emoticons quando sono utilizzati per richieste (torna a casa) o incipit di litigate (non approvo quello che hai detto o che hai fatto). Sono commenti a cose che si dicono o espressioni di stato d’animo legati magari a una foto inviata o a una canzone ascoltata. Tutto qui.
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