Gelsomino rosso sangue

Gelsomino rosso sangue

autore: Michele Zoppardo
articolo di Marilena Fonti

«Noi viviamo nella terra di Pirandello e quindi, meglio di altri, dovremmo sapere che non sempre quello che appare è quello che è»: lo dice Antonio Valente, Nino per gli amici e la famiglia, Tony per l’esuberante e un po’ strampalata socia Serafina, perché «è più d’effetto, sembra un nome italo-americano, e per la gente un investigatore americano è più affidabile.»

Perché Nino, alias Tony, di mestiere fa l’investigatore privato e quando, dopo moltissimo tempo, gli capita finalmente un caso da risolvere, si trova invischiato in una serie di eventi e di delitti che, iniziati a Roma, approdano in Sicilia, dopo essere passati per Milano.

Nel corso delle indagini, condotte in collaborazione con il commissario Sanfilippo, c’è anche una puntata a Perth, in Australia, sulle orme dell’uomo che per sfuggire alle ritorsioni legate alla scomparsa degli oggetti intorno ai quali ruota tutta l’azione, si è rifugiato nel luogo più lontano che gli sia venuto in mente. Il furto iniziale di una parure di preziosissimi gioielli, compiuto da ladri improvvisati, innesca tutta una serie di effetti e di morti collegati col movimento dei preziosi lungo tutta l’Italia.

Ci sono il mediatore disonesto, l’orafo in crisi lavorativa, lo strozzino senza scrupoli, la coppia di onesti pensionati coinvolti loro malgrado in un gioco pericoloso e fatale. E poi c’è lui, Nino, alias Tony, che sfrutta doti speciali per cui riesce a mettersi in contatto con i morti, anzi sono loro a mettersi in contatto con lui, che accetta l’intromissione dei defunti nella sua vita senza problemi, perché «i morti non hanno mai fatto male a nessuno, al contrario dei vivi.»

Michele Zoppardo, in Gelsomino rosso sangue, Edizioni Tripla E, ha costruito un thriller che tiene col fiato sospeso fino alla fine, in cui la conclusione inaspettata emoziona e coglie di sorpresa. Bello anche il modo in cui delinea le personalità dei personaggi principali: i caratteri di Nino, Serafina, il commissario Sanfilippo sono tratteggiati con grande abilità, con una punta di ironia e una leggerezza che attenuano la crudezza di certe situazioni. Per gli appassionati del genere è una lettura molto piacevole, intrigante.

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