Inutile nascondersi

Un’aberrante realtà: donne e pedofilia, inutile nascondersi dietro a falsi concetti

COWaTB5WwAAEtfWEsiste un fenomeno sommerso, nascosto, talmente orrendo che pochi giornali o talk show ne parlano: un tabù. Gli abusi sessuali commessi da donne. Questo articolo non nasce per colpevolizzare la figura femminile o dipingerla come un essere malvagio, dando  così ragione a chi, nei secoli, non ha fatto altro che sminuirla e metterla in cattiva luce, ma è un pezzo d’informazione che prende le fondamenta da fonti psichiatriche e determina, senza alcuna ombra di dubbio, il fatto che la violenza è condannabile sempre, da chiunque la commetta, ma esistono anche casi  in cui il lupo è travestito da agnello: la classica figura della vittima stavolta ha le fattezze del carnefice e nascondere la testa sotto la sabbia non serve a nulla, se non a far progredire questi orrendi crimini.

L’associazione inglese ChildLine dichiara che ben 1.311 minori hanno ammesso di essere stati abusati dalle loro madri, che corrisponde a circa il 61%  di tutti i reati sessuali commessi da donne. Questi dati sono talmente aberranti che viene voglia di chiudere gli occhi e fuggire via. Invece ne parliamo. Un tempo la figura femminile era meno angelicata: streghe, figlie di Satana e quant’altro; oggi vengono ritenute vittime anche senza che si conoscano i fatti: la criminalità sessuale  è in crescita, soprattutto tra i giovani.

Nella sezione del carcere femminile di Rennes in Francia, il 25% delle detenute sconta una pena per stupro, incesto o pedofilia. Nel libro Femmes Fatales, della criminologa Delmas, viene spiegato come, secondo lei, gli uomini e donne non differiscano in questi comportamenti abietti e che per molto tempo la scienza ha studiato le donne solo nel ruolo di vittime. Ad esempio esistono casi di stupro nei confronti di uomini adulti: difficilissimi da provare, dal momento che pochi ne parlano o denunciano per la vergogna. In questi casi le donne manifestano una aggressività esagerata, desiderando provocare dolore e sofferenza agli uomini penetrandoli con diversi oggetti, fino a trasformare il gioco erotico in un vero e proprio atto di sadismo e violenza sessuale. E si da per scontato che essi siano consenzienti.

Arriviamo al tasto dolente: i casi di violenza sui bambini. Sempre secondo la Delmas, le cifre che circolano sono ridotte rispetto al dato reale: le donne infatti possono venire a contatto con le parti intime dei bambini molto più spesso e più facilmente di un uomo e dall’igiene, alla carezza,  alla deviazione e violenza il  passo è breve: i bambini sovente non hanno percezione di questo gioco perverso e subire quindi una iniziazione sessuale in età precocissima, sviluppando atteggiamenti di ipersessulizzazione  che difficilmente passano inosservati: parlare di sesso in età infantile, uso di termini inappropriati, toccare i fratelli minori o gli amichetti nello stesso modo col quale vengono toccati loro. Anche i ruoli sociali sembrano aiutare questa aberrazione: le donne sono mamme, maestre, amiche, baby sitter, parenti stretti insospettabili.

Secondo la specialista le donne abusanti hanno una struttura mentale immatura, un livello intellettivo basso e una dipendenza totale da un congiunto e per compiacerlo farebbero qualsiasi cosa, caricandosi spesso con psicofarmaci. Una volta scoperte, queste donne si giustificano ricordando violenze subite da bambine: la criminologa spiega che spesso fingono e parla di una manipolazione giudiziaria oramai abituale. La criminologa tocca anche un argomento particolarmente scabroso: le donne madri che si sentono in rivalità con le figlie. Esse esprimono la loro rabbia repressa aggredendole sessualmente, lo stupro di queste ragazze non rappresenta casi eccezionali, ma quasi la norma in questi particolari fatti tra i più violenti: la criminologa racconta persino di perforazioni intestinali tanta la ferocia.

La Delmais spiega che le donne sadiche e stupratici esistono da sempre e la loro esistenza non rientra tra le “eccezioni”. Ritiene che troppo spesso hanno agito impunemente protette dall’immagine stereotipata della Madre Amorevole e della presunta fragilità emozionale e dunque vi sono state nei loro confronti verdetti troppo clementi e compassionevoli. In ultima analisi, quando si tratta di atti disumani, uomini e donne hanno raggiunto veramente l’uguaglianza.

Fonti di documentazione: Violenza donne

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