Vicolo dell’Immaginario

Vicolo dell’Immaginario

autore: Simona Baldelli
articolo di Marilena Fonti

“Allora è possibile liberarsi di un rimorso, rifiutare il ricatto, ribellarsi quando il cuore lo suggerisce.” Il romanzo Vicolo dell’Immaginario di Simona Baldelli, pubblicato da Sellerio, si sviluppa sulla linea di un dualismo che, partendo dalla stessa struttura narrativa, in cui il presente fa da contrappunto a vicende passate, si risolve solo alla fine, quando la protagonista ritrova il filo della propria esistenza sciogliendone un nodo di cui diventa consapevole solo dopo un percorso doloroso e inusuale.

La narrazione, tutta al passato, riferisce comunque di eventi occorsi in momenti diversi e ben definiti, e la mancanza della divisione in capitoli trasforma le parti di analessi in elementi sostanziali degli avvenimenti successivi, e strettamente intrecciati con essi. Due vite, due nomi, due luoghi, per un’unica donna, Clelia-Amalia, la quale per un senso di colpa indotto dalla persona che più di chiunque altro avrebbe dovuto proteggerla, fa la rinuncia più grande, che la condizionerà per il resto della vita. Una vita che inizia nella Bassa, nella provincia di Reggio Emilia, per continuare a Lisbona, in Portogallo.

La morte dell’uomo che ama la porta a prendere le distanze dal suo luogo d’origine, dalla sua casa e dalla sua famiglia e la espone a esperienze che assumono, in modo graduale, ma costante, i contorni di un realismo magico che si fonde con la vita reale. È solo attraverso queste esperienze che capisce di dover lasciare il Becos do Imaginário, il Vicolo dell’immaginario, dove ha imparato a guardarsi dentro, e tornare in nei luoghi e dalle persone da cui si sentiva respinta.

“Lei è come il fado di cui parlava il poeta: nata in un intervallo nel quale l’anima non esisteva e desiderava tutto senza aver la forza di desiderarlo. Deve tornare e rimediare.” Quando torna a casa la prima persona che vede è la madre, la prima domanda che le fa è: “Mi vuoi bene?”  Solo alla fine del romanzo, quando la donna che ormai è solo Clelia, torna a Lisbona, il tempo passato, usato fino a quel punto, si trasforma in futuro, e poi nel presente usato dalle anime del Tago, il fiume magico che tanta parte ha avuto nello sgretolare le pietre aguzze che Clelia-Amalia si portava dentro.

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