La corrispondenza

La corrispondenza: grande film di Tornatore

Di Renata Morbidelli

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Attraverso il suo film “La corrispondenza” Tornatore tocca diversi temi delicati, eterni e attuali nel contempo: ci sono le tinte forti della passione, quelle più tenui di un amore poetico e profondo, che va a fondersi e confondersi con il grigio della clandestinità di una relazione extraconiugale. L’intera storia ruota attorno ad Amy Ryan (Olga Kurylenko), studentessa universitaria fuoricorso, e il professor Edward Phoerum (Jeremy Irons). Come dicevamo, tutto si svolge intorno ai due protagonisti che si incontrano, quasi esclusivamente, sul filo di Internet. Complice la distanza, i due si scambiano tonnellate di messaggi, e-mail e video chat su Skype. Se non fosse per il fatto che i due amanti vivono nel ventunesimo secolo, la loro storia ha tutto il sapore, la poesia e quel pizzico di mistero tipica delle relazioni epistolari che intercorrevano tra gli innamorati dei secoli passati. Ogni pacco, ogni messaggio, ogni lettera del professor Phoerum ha letteralmente il potere di illuminare di gioia il volto di Amy. La loro complicità si respira in ogni gesto fino a far dimenticare, allo spettatore, le difficoltà che deve, ovviamente, affrontare la coppia. I due si raccontano tutto: gioie, dolori, ansie e paure.

la-corrispondenza-skype-jeremy-ironsE sarà proprio questa profonda conoscenza a permettere al professore di mantenere vivo il rapporto, seppur in maniera artificiale, anche dopo la sua scomparsa. Malato da tempo di un tumore al cervello, Ed architetta per la sua amata un sistema per farle recapitare, ovunque si trovi e qualsiasi cosa faccia, un messaggio che le faccia sentire, almeno per un po’, la sua vicinanza e il suo affetto. A fare da contro altare a questa serie di missive c’è la voglia di Amy di fare chiarezza sui misteri che aleggiano attorno la malattia e la morte del suo amato. Inizia, così, un doppio viaggio, fisico e psicologico, che porterà la giovane donna, attraverso una serie di incontri e di eventi, a scoprire se stessa e ad affrontare i suoi demoni interiori. Durante l’intera proiezione del film lo spettatore non si annoia mai. I momenti più intensi e serrati si alternano bene con le pause ed i respiri. La giovane Kurylenko è brava a condurre lo spettatore fin dentro alle più piccole pieghe del dramma del suo personaggio. Non da meno è Irons che riesce a dare al suo professore quell’aria sicura e affascinante quel tanto che basta per fare di lui una figura quasi paterna e una guida spirituale per la propria amata. Le ambientazioni, le inquadrature e, non ultima la meravigliosa musica di Morricone contribuiscono a dare alla storia e alla pellicola (anche se ora tutto è digitale) la giusta nota malinconica e poetica senza farla risultare melensa.

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