Fury – ovvero come ti rovino un film di guerra

Fury – ovvero come ti rovino un film di guerra

di Paolo Fiorino
Fury, film che prende il titolo dal nome del carro Sherman comandato da Brad Pitt dimostra di possedere una credibilità minore di “Bastardi senza gloria”, che almeno non aveva la pretesa di essere tratto da fatti realmente accaduti.
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L’intero film è giocato sulla prospettiva claustrofobica dell’interno del carro, che diventa la casa stessa del suo equipaggio. Purtroppo questa impostazione, tra inutili e prolisse citazioni della bibbia e dimostrazioni di incredibile brutalità dei protagonisti, perde la sua forza secondo dopo secondo, lasciando lo spettatore con la fastidiosa sensazione che la sua visione dei fatti sia totalmente distorta dal sensazionalismo della solita americanata strapiena di gesta eroiche, solo parzialmente stemperata dal tentativo di mostrare i protagonisti sotto una luce più reale.

Brutti (tranne Brad, s’intende), sporchi e cattivi, ma pur sempre eroi.
Fury è un film di guerra che non mostra alcun rispetto per la verosimiglianza degli eventi: ci sono errori talmente evidenti che risulta difficile tollerarli, ancora di più se si pensa che il regista è un ex marine e che la produzione sbandiera di aver avuto la consulenza di molti esperti militari.
Partiamo da quelle più evidenti.
Durante l’assalto a un villaggio un cannone anticarro tedesco manca il Fury del prode Brad da non più di 20 metri. E già qui cominciamo a capire che i tedeschi in quanto cattivi sono condannati ad avere una pessima mira.
Durante lo stesso assalto un cecchino tedesco ha la possibilità di togliere di mezzo Brad Pitt, capocarro del Fury e caposquadra del gruppo corazzato americano e invece cosa fa? Uccide un vecchietto che aveva la sola colpa di aver fornito una generica e inutile informazione ai nemici, rivelando in questo modo la sua posizione e facendosi polverizzare da un comodo colpo del cannone del Fury. Certo! E’ ben noto che i soldati tedeschi, oltre ad avere una pessima mira, erano davvero molto cattivi e preferivano uccidere i vecchietti (ma solo dopo aver impiccato tutti i bambini per par condicio) e ignoravano i bersagli strategicamente più importanti.
Per continuare nella collezione di chicche, in una scena di combattimento tra i carri americani e due postazioni dotate di letali cannoni anticarro i tedeschi aprono il fuoco uno alla volta invece che insieme, e quando lo fanno dimostrano ancora di avere una pessima mira, mancando da non più di 50 metri i carri nemici, che avanzano paralleli offrendo il maggior bersaglio possibile. I tedeschi si immolano come bersagli umani per la gara di tiro al bersaglio della sagra paesana. Una volta o due a onor del vero riescono anche a fare centro, ma le loro granate incredibilmente rimbalzano sulle corazze dei tank americani come innocui sassolini.
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La scena del combattimento tra un panzer tedesco modello Tiger e 4 Sherman è quantomeno ridicola.
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E’ noto che il Tiger aveva una corazzatura e una potenza di fuoco che gli permetteva con facilità di tenere a bada anche 6 Sherman contemporaneamente. Inoltre la gittata del cannone del Tiger era la sua carta vincente, gli permetteva cioè di bersagliare gli Sherman restando al sicuro fuori tiro. E in una situazione simile il capocarro tedesco cosa fa? Avvia il motore e si lancia contro gli avversari, accorciando le distanze e annullando di fatto il suo vantaggio. Come no! I tedeschi avevano una pessima mira, erano cattivi e uccidevano bambini e vecchietti ma erano anche profondamente sportivi e non volevano far pesare la superiorità dei loro panzer.
Ma il pezzo forte è il finale, denso di morale e di retorica americanista.
Riassumiamo brevemente: una compagnia di idioti tedeschi si fa massacrare da un manipolo di prodi americaniasserragliati in un carro armato immobilizzato al centro di un incrocio.
E per dare più spessore a questa baggianata gli idioti tedeschi non badano a spese per farsi annientare. Nelle scene precedenti la battaglia si vedono benissimo alcuni soldati dotati di panzerfaust, il letale lanciarazzi anticarro.
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Durante la battaglia però i soldati del reich decidono di non usarli, una volta di più dimostrando la loro innata sportività. Invece di usare i razzi anticarro, e terminare lo scontro in 10 secondi netti, preferiscono passare un giorno e una notte a bersagliare il carro con i loro inutili fucili e di tanto in tanto, forse per spezzare la monotonia, decidono di correre incontro alla morte offrendosi come consapevole bersaglio alla infallibile mitragliatrice del carro.
Con un colpo di scena imprevedibile però la mitragliatrice, nel bel mezzo della strage, esaurisce le munizioni. Che fosse questo il piano dei tedeschi, farsi uccidere a centinaia in modo da scaricare le armi dei nostri eroi? Possibile, visto il loro livello mentale.
E a questo punto cosa fanno i prodi carristi del Fury? Escono dal carro e vanno a recuperare le munizioni che avevano lasciato fuori a causa della stessa idiozia (o sportività) che aveva più volte assalito i tedeschi.
I nazisti ci provano, senza molta convinzione a dire la verità, ma non riescono in nessun modo a fermare gli americani nonostante li tempestino con una grandinata di proiettili. Un cecchino riesce anche a colpire più volte Brad, ma sempre in punti non vitali (forse un colpo in testa sembrava sleale).
E così il massacro continua fino quasi all’estinzione dell’intera razza germanica.
Solo alla fine, poco prima che i protagonisti inizino a morire di noia, la battaglia volge stranamente in favore dei tedeschi e si assiste all’apoteosi della spettacolarizzazione.
Un tedesco riesce a gettare un paio di granate all’interno del tank. Una giovane recluta ha tutto il tempo di uscire dal carro, dopo un toccante dialogo con Brad che, ferito gravemente qualche ora prima dal cecchino, preferisce restare a morire nel suo amato carro.
Dopo l’esplosione delle granate il giovane e involontario eroe americano, scampa alla morte grazie a un tedesco buono (ma gli unici tedeschi buoni non erano quelli morti?) che lo risparmia e poi rientra nel carro dove trova un Brad Pitt ormai cadavere.
Cadavere sì, ma sempre bello e integro. Due granate esplose a mezzo metro non sono riuscite nemmeno a spettinarlo. In fondo se sei un regista e hai a disposizione il bel Brad, che fai? Lo riduci a un ammasso sanguinolento? Eresia! Non sia mai!

In conclusione, nonostante i proclami, si tratta di uno dei peggiori film di guerra che si siano visti negli ultimi 30 anni, buono solo per chi non ha altre aspettative se non quelle di vedere qualche bel mezzo corazzato in movimento.

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