Sanremo under 8 ( o giù di lì)

Piccoli mostri crescono… forse

“È sempre colpa dei genitori!”

“Le colpe dei padri le pagano i figli!”
È vero? Non è vero?
E Bollea allora? Che diceva che le madri hanno sempre ragione?
Vediamo di squarciare le tenebre e portare un flebile fil di luce.
Succede però che nella ricerca frenetica, anzi farneticante, di un qualsivoglia talento del figlio, non c’è regola che tenga: “MIO FIGLIO FA, MIO FIGLIO È! Perché questi genitori non si rassegnano al fatto che il loro pargolo andrebbe assecondato ed eventualmente aiutato a scegliere quello che piace a lui e basta? Magari lo studio, pensa un po’! Invece no, deve andare in scena sempre! Che poi questi padri e madri fanno sempre il paio con quegli altri che accompagnano i loro ragazzini a nuoto col cronometro, o ad atletica, o al campetto dell’oratorio scannandosi tra genitori o dove vi pare ma sperando e credendo che raggiungano quei risultati, da podio, un altro palco che, evidentemente, loro non sono riusciti mai nemmeno a sognare.

Mentre l’odierno Sanremo ci propina ospiti che sfiorano gli 80 ( la Kessler, Arbore ) e l’evergreen Baglioni che canta canzoni che hanno i miei anni; mi torna alla memoria Lo Zecchino d’Oro.
Le canzoni erano filastrocche per bambini che ancora stavano attaccati al giradischi Irradio di casa con le fiabe sonore tipo Toto e Tata e il disco che cantava “a mille ce n’è, nel mio cuore di fiabe da narrar…” e Jonny Dorelli che intonava il suo “Carissimo Pinocchio… ”
Ma non voglio parlare dello Zecchino d’Oro, ma di quei programmi che vanno in onda di questi tempi e io francamente non ce la posso proprio fare ad ascoltare una bambina che canta “e se domani io non potessi rivedere te”: a chi si riferisce? A quell’età solo ai genitori, che farebbero meglio a fare gli scongiuri invece di trepidare per quella figlioletta con in bocca parole da grandi. Per non parlare dell’impressione che fanno i duetti: una ansimante baby intona affranta ” Acqua e sale, mi fai bere…” Ma perché? Gli ha fatto uno scherzo? O ha già sofferto tutto quello che implica un amore adulto e contorto?!
E che ne dite del ritornello ” Con un brivido felino, sento che mi vuoi…” Ma che senti?!!
Senti che forse ti scappa la pipì, altro che brivido felino!!  E poi  c’è il maschietto che canta “I migliori anni della nostra vita”: ma che vuol dire, ce l’hai ha tutta davanti la vita?
Il problema alla fine è sempre quello: ma questi genitori invece di far credere ai loro ragazzi di poter diventare Mina o Renato Zero, perché non fanno due passi con loro per andare al cinema o a teatro? Per potergli spiegare che c’è un tempo per tutto e invece di andare in uno studio televisivo, a cantare canzoni che non gli stanno in bocca, potrebbero confessare senza paura cosa gli piacerebbe fare. Da grandi, non ora. Ora si studia. Si gioca. E domani è un altro giorno e si vedrà. Come diceva Ornella Vanoni: a 37 anni però!

The Tiger
( foto tratta da Google)

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